Trotzkismo in Austria

Questa è  la traduzione di alcuni testi tratti dal numero monografico “Trotzkismus in Österreich. Von den 20er Jahren bis heute“ (Trotzkismo in Austria. Dagli Anni ’20 ad oggi). 2° Edizione riveduta, maggio 1997. Pagine 253.

 

Al primo posto traduco parte dell’Editoriale a firma di Eric Wegner che spiega i motivi di questo lavoro:

Editoriale

La storia che viene raccontata in questo numero di ‘Marxismus’ è la storia del movimento rivoluzionario in Austria dalla metà degli anni ’20.

E’ la storia di coloro che lottarono contro l’integrazione socialdemocratica del movimento operaio nel sistema capitalistico. E’ la storia di coloro che difesero l’indipendenza politica della classe operaia contro la politica staliniana della coesistenza pacifica con l’imperialismo, del fronte popolare  con parti della borghesia e contro la subordinazione agli interessi della burocrazia sovietica.   E’ la storia di coloro che – con posizioni politiche adatte o meno adatte – tentarono di portare in Austria un contributo alla rivoluzione internazionale della classe operaia e alla costruzione di una repubblica mondiale socialista.

E’ la storia di un movimento che nuotò contro corrente e che si collocò all’opposizione a quello sviluppo di destra nel periodo tra le due guerre, alla dittatura fascista e infine alla pluridecennale relativa stabilità capitalistica dopo il 1945.   E’ di conseguenza anche la storia di una corrente politica che – come ogni movimento isolato e in difensiva –  ha prodotto una serie di conflitti interni, di controversie di indirizzo e di modi di comportamento settari.   E’ la storia di coloro che in condizioni molto cattive per dei rivoluzionari tentarono testardamente – con alterno successo – di cavare il meglio, di porre le basi per ulteriori più favorevoli condizioni.

Nel far questo si è accumulato un ricco tesoro di esperienze – successi e insuccessi nella costruzione dell’organizzazione, risultati ed errori in questioni politiche, influssi della società e del movimento operaio riformista e i rapporti conseguenti ecc.  Da queste esperienze è possibile dedurre una serie di insegnamenti e conclusioni per l’attuale e il futuro movimento rivoluzionario.  Perché anche se l’attuale situazione sociale si distingue per molti versi da quella degli anni ’30 e ’50, parecchie problematiche continuano ad esistere: ampio isolamento delle forze rivoluzionarie dal movimento operaio reale, campo di tensione tra adattamento opportunistico e fossilizzata chiusura settaria, questione di ristrettezza/ampiezza politico-programmatica di una organizzazione.  Imparare da queste e altre esperienze del trotzkismo austriaco degli ultimi decenni significa in ultima istanza accogliere produttivamente anche l’eredità positiva e negativa delle precedenti generazioni da parte dei militanti rivoluzionari.

Al centro di questo numero 9 di ‘Marxismus’  c’è un ampio lavoro di Ulrich Angerer che offre una panoramica sull’evoluzione del trotzkismo in Austria dai suoi inizi negli anni ’20 sino ad oggi.  Nel far questo si concentra sui tardi anni ’40  e sugli anni ’50 finora molto poco indagati.   Nello schizzo sul trotzkismo austriaco degli ultimi trent’anni si mostra da un lato un evidente processo di raggruppamento e dall’altro che il peso relativo dei trotzkisti nella sinistra è aumentato.

Inoltre noi abbiamo per questo numero offerto ai diversi gruppi esistenti della tradizione trotzkista di redigere un contributo sulla propria storia.  Nel far questo abbiamo spinto affinché non si tratti di abbellimenti ma descrizioni differenziate che problematizzino anche fasi di sviluppo e difficoltà della rispettiva organizzazione.  Noi ci siamo inoltre riservati di rifiutare testi che non si concentrino ad esempio sulla storia del proprio gruppo ma su attacchi contro altri gruppi.  In ogni caso l’offerta è stata accettata dal gruppo ‘ArbeiterInnenstandpunkt’ (ASt), dalla’ Revolutionär-kommunistische Liga’ (RKL), dalla ‘Sozialistische Alternative’ (SOAL) e dalla ‘Sozialistische Offensive Vorwärts’ (SOV).  Poiché il contributo della RKl non si è attenuto con nostro dispiacere alla cornice prescritta, ci siamo decisi a non accoglierlo in questo numero di ‘Marxismus’.  I sostenitori del giornale ‘Der Funke’ non hanno voluto fornire nessun contributo. E anche l’’Arbeitsgruppe Marxismus’ (AGM) ha rinunciato a una specifica autodescrizione, poiché gli aspetti essenziali che ci concernono sono contenuti nel contributo di Angerer. Nel presente numero di ‘Marxismus’ si trovano dunque contributi aggiuntivi di Fritz Haller (ASt), Boris Jezek (SOAL) e John Evers (SOV).  

(…)

           Eric Wegner (per la redazione dell’ AGM)

(pag. 9-11)

3. Internationale Kommunistische Liga

L’Internationale Kommunistische Liga è stata fondata nella primavera del 1976 come unione di piccoli gruppi trotzkisti o di circoli che consideravano la politica della GRM  (Gruppe Revolutionäre Marxisten, un prodotto della debole radicalizzazione studentesca austriaca dei primi anni ’70) come opportunista. Il nucleo politico era il cosiddetto ‘Spartacus Wien’ composto da Wilhelm Diefenbach, Marianne Fischer e Karl Reitter e alcuni altri compagni, che all’inizio degli anni ’70 fu nell’area d’influenza maoista, ma sviluppò presto delle posizioni trotzkiste e condusse colloqui sistematici con compagni che provenivano dalla tradizione del Kampfbund (Kampfbund zur Befreiung der Arbeiterklasse, che veniva dalla trasformazione avvenuta nel 1934 del KPÖ (O)pposition  a sua volta fondato nel maggio 1927 in contrapposizione alla vittoria della corrente stalinista nel KPÖ).  Dopo che dei contatti con la ‘Spartacist Tendency’ (piccolo gruppo internazionale della tradizione trotzkista che si era diviso nei primi anni ’60 dalla americana SWP, ‘Socialist Workers Party’, sezione americana della 4° Internazionale) non avevano condotto a nulla, si entrò in discussione con lo ‘Spartacusbund’ in Germania che doveva giocare infine un ruolo importante  per la nascente IKL.

Il secondo gruppo che si impegnò nell’IKL era una parte dei membri più giovani del Kampfbund. Questo gruppo era composto da sette a otto compagni – tra gli altri Günter Schneider e Karl Pawelka. Il terzo ambito da cui l’IKL reclutò nella sua fase iniziale fu il GRM: da un lato cinque/sei compagni della ‘Tendenz  Neuer Kurs’ intorno ad Ali Gronner che era stato dalla fine del 1975 in contatto con lo ‘Spartacus Wien’, dall’altro la ‘Fraktion Neuer Kurs’  che parimenti portò cinque/sei compagni e ugualmente era in contatto con lo ‘Spartacus Wien’ dalla fine del 1975, ma che per ragioni tattiche rimase nel GRM fino al 1976. Inoltre due/tre compagni vennero dalla ‘Vereinigung Marxistischer Arbeiter’ (VMA). La neo fondata IKL comprendeva circa 25 membri.

Il 1. Maggio 1976 la Ikl fece la prima apparizione in pubblico. Essa cominciò con la pubblicazione dell’organo centrale permanente revolution , proclamò nel primo numero di fronte alla ‘crisi del capitalismo’ e all’’inizio della rivoluzione europea’ in Portogallo e Spagna  l’urgente necessità della costruzione di un partito rivoluzionario e dell’Internazionale – e presentò contemporaneamente il conto col KPÖ, i Maoisti e il GRM. Complessivamente si tentò di assumere un profilo di alternativa trotzkista ortodossa  al GRM. Nel contempo esistevano nella IKL anche forti tendenze lukacsiane.

L’atmosfera da nuovo inizio durò a dir il vero solo brevemente. Nel caso della IKL il momento della fondazione rappresentò anche la punta dello sviluppo organizzativo.  L’ulteriore storia fu contrassegnata da crisi e declino.  Subito dopo la fondazione si arrivò a dei conflitti tra i compagni provenienti dallo ‘Spartacus Wien’ orientati in maniera ‘settaria’ e quelli provenienti dalla tradizione del ‘Kampfbund’ da un lato e i compagni ‘opportunisti’ e socialmente più aperti provenienti dal GRM  dall’altra.  In ciò giocò anche un ruolo il fatto che  il primo gruppo fosse orientato internazionalmente soprattutto verso il tedesco ‘Spartacusbund’, mentre il secondo si orientava soprattutto verso la corrente trotzkista italiana ‘Frazione Marxista Rivoluzionaria’  (FMR).   I conflitti condussero già nel 1977 all’uscita del gruppo intorno a Gronner.  Coloro che uscirono formarono per breve tempo il ‘Gruppe Commune’,  che intorno al 1980 si dissolse nell’ambito dei movimenti sociali di Vienna.  Dal 1977 l’IKL puntò su attività in direzione di Salisburgo, Linz e Graz con lo scopo di estendersi in quelle città, ma non ebbe successo.

Sul piano politico la rivoluzione portoghese del 1974 e il movimento contro il regime di Franco in Spagna costituirono importanti punti di riferimento  per l’IKL.   Le esperienze del governo Allende e del colpo di stato di Pinochet in Cile che lo ‘Spartacusbund’ aveva riassunto nella brossura ‘Gli insegnamenti cileni’, vennero anche recepiti dalla IKL.    In riferimento alle attività della RAF e della conseguente rafforzata repressione statale in Germania  la IKL mise – nonostante la critica alla concezione politica della RAF –  in primo piano la solidarietà contro lo Stato borghese e criticò la restante sinistra di capitolare di fronte alla repressione statale e alla persecuzione.  “ Tutta la nostra passione, tutte le nostre simpatie vanno ai vendicatori che sacrificano se stessi, anche se essi furono incapaci di trovare la strada giusta.” – col richiamo a questa frase di Trotzki la IKL titolò ‘Addio, compagna Ulrike’ in occasione della morte della Meinhof nel 1976 e richiese di fronte alla repressione statale durante e dopo il rapimento Schleyer nel 1977 alla Sinistra una posizione del tipo ‘Ora non in ginocchio!’.

In Austria giocò anche per l’IKL – come per il GRM – nei tardi anni ’70 la lotta contro l’ANR e il NDP un importante ruolo. Essa collaborò per un periodo con compagni della SOAK (un gruppuscolo trotzkista formata da circa 15 persone) e alcuni cani sciolti di sinistra nella AFA (Antifaschistische Aktion) che fu creata a questo scopo.  Mentre anche il GRM riteneva che un appello per un divieto statale dell’ ANR e del NDP, richiesto dal KPÖ e dalle organizzazioni giovanili socialdemocratiche, non fosse lo strumento centrale contro il fascismo, che non ci si potesse fidare dello Stato e perciò si dovesse puntare sull’autoorganizzazione e però poi anche se in maniera critica supportò la parola d’ordine del divieto , la IKL s’impegnò frontalmente contro questa parola d’ordine  e con ciò finì per isolarsi ulteriormente nella sinistra.

Similmente andò nell’intervento all’interno del movimento contro il nucleare.  La IKL propagandò la separazione ‘lungo la linea di classe’ del movimento formato da reazionari borghesi e da militanti di sinistra. Tra  l’altro poiché essa considerava i referendum popolari  come inutilizzabili strumenti di democrazia borghese, si schierò nella consultazione per l’astensione isolandosi con ciò di nuovo all’interno dell’ambiente della sinistra radicale.

Negli anni seguente la IKL fu colpita dalla crisi del ‘Spartacusbund’ con cui si era fusa nel 1979.  Poiché non si procedeva con la costruzione di una tendenza rivoluzionaria internazionale, proprio il profondo isolamento internazionale venne percepito come deprimente e condusse in maniera crescente alla demoralizzazione sia nello ‘Spabu’ che nella IKL.  In questa situazione la mancante fermezza politico-programmatica di ‘Spabu’ e della IKL  agì in maniera sempre più negativa: si arrivò a dubbi e divergenze sulla valutazione  degli Stati stalinisti.  Mentre la maggioranza considerava l’Unione Sovietica e i suoi alleati come Stati operai degenerati, Reitter li considerava sempre di più degli organismi di capitalismo di Stato – e Diefenbach simpatizzava con lui.

Nel 1980 le tensioni nella IKL si acuirono.  Parti degli aderenti criticarono  – tra gli altri Günter Schneider –  il modo di discutere nella IKL e pretesero un più deciso orientamento verso il lavoro di fabbrica e sindacale.  La direzione intorno a Diefenbach, Fischer e Reitter considerava la discussione con parte degli aderenti sempre più come impossibile e infruttuosa.  Poiché la direzione valutava anche la situazione della lotta di classe in Austria come senza speranza,  essa cancellò di fatto l’Austria e la base della IKL.  Infine Diefenbach,  Fischer, Reitter e da quattro a cinque sostenitori della direzione abbandonarono la IKL  e cominciarono con la pubblicazione della rivista ‘Der Marxist’ che ospitava interventi teorici.  In totale vennero pubblicati quattro numeri.  Dopo un anno e mezzo il ‘Der Marxist-Gruppe’ si frantumò per divergenze interne: mentre Reitter si allontanò dal leninismo e si mosse ideologicamente in direzione degli Autonomi, volevano Diefenbach e Fischer originariamente adattare soltanto  il leninismo alla situazione attuale, presto però non ebbero più una coscienza trotzkista.

Per la IKL in cui erano rimasti ormai dagli otto ai dieci compagni l’improvvisa uscita della direzione sinora in carica significò uno shock, che venne mitigato solo parzialmente dalla solidarietà di alcuni simpatizzanti.  Tuttavia si riuscì a preservare il gruppo da un completo collasso.  Dal 1982/83 venne intensificato il contatto con il gruppo trotzkista britannico ‘Workers Power’ (WP), che esisteva già dagli anni ’70 a un livello più basso.  Nel 1982 lo ‘Spabu’ era completamente frantumato.   Da quello sorse tra l’altro il ‘Gruppe Arbeitermacht’allora soprattutto radicato a Francoforte sul Meno, che era indirizzato in maniera molto attivistica e che si orientò fortemente sul ‘WP’.

Nei primi anni ’80 l’indebolita IKL cominciò un cosiddetto lavoro di fabbrica preparatorio, cioè l’analisi teorica del movimento sindacale austriaco, delle aziende di Stato, del capitale estero in Austria ecc.  In seguito si partecipò anche in posizione di rilievo al lavoro di fabbrica del Gruppe oppositioneller Arbeiter (GOA) iniziato nella primavera del 1983 nello stabilimento GM aperto nel 1980 a Vienna-Aspern.  Sebbene il gruppo all’inizio avesse commesso alcuni errori a causa del settarismo e poi alla fine del 1984 venisse frantumato dalla repressione del management – con il sostegno attivo del consigliere di fabbrica socialdemocratico Richard Stifter – ,  questo intervento rappresentò un’importante esperienza di lavoro di fabbrica per il trotzkismo austriaco che dagli anni ’70 era stato prevalentemente studentesco.  Con questo lavoro di fabbrica cominciò anche una parziale apertura – soprattutto per contatti provenienti dal lavoro di fabbrica – della IKL che finora aveva avuto una struttura chiusa.  L’IKL potè all’inizio degli anni ’80 nel complesso stabilizzarsi e anche – a Vienna e Salisburgo conquistare alcuni nuovi compagni  (tra gli altri Manfred Scharinger e Fritz Haller), col che essa crebbe a una buona dozzina di aderenti.

Sebbene si criticasse ad esempio il GRM a causa del suo atteggiamento molle nei confronti dei sandinisti, nei primi anni ’80 la polemica contro il GRM e altri gruppi di sinistra venne un po’ limitata, a dir il vero anche a causa di una certa debolezza politica. Generalmente ci si è un po’ distanziati dal WP all’inizio degli anni ’80, particolarmente per quel che concerne la valutazione di diverse questioni internazionali.

Nel 1984 si arrivò nuovamente all’inasprimento delle divergenze nella IKL. Questa volta si trattava del carattere della democrazia. Mentre un gruppo intorno a Pawelka, Haller e Peter Rasch considerava l’SPÖ come “partito borghese, appoggiato alla classe operaia” e considerava l’utilizzo della tattica del fronte unito  nei suoi confronti (per esempio attraverso il sostegno elettorale critico) non utilizzabile nella 2° Repubblica,  l’altro gruppo intorno a Schneider e Scharinger era dell’opinione che si trattasse nel caso dell’SPÖ di un “partito operaio borghese” nei cui confronti fosse necessario un avvicinamento tattico.  Inoltre il secondo gruppo s’impegnò a superare l’isolamento nazionale della IKL attraverso un’ancora più intensa discussione e infine tramite una confluenza nel WP. Per raggiungere questo obiettivo Schneider e Scharinger erano in caso di necessità anche pronti a mettere in conto la scissione della IKL.  Allorché nel 1985 i due gruppi dell’IKL finirono per paralizzarsi completamente, ci si accordò infine consensualmente sulla separazione.  Scharinger, Schneider e altri tre compagni fondarono nel novembre del 1985  il Gruppe Arbeiterstandpunkt (ASt).

Il Rest-IKL consisteva ora di circa sette aderenti e di alcuni simpatizzanti provenienti dal lavoro di fabbrica , mentre le differenze a causa di strutture organizzative sempre più annacquate non erano più così chiare.  Nella sostanza si sviluppò nell’IKL ora  una specie di divisione del lavoro.  Da un lato alcuni compagni praticarono un lavoro di fabbrica – in maniera relativamente indipendente dal gruppo.  Dall’altra dei compagni si occupavano di questioni di fondo.  Accanto ad articoli su problemi economici  venne prodotta in quel periodo – per delimitarsi dal WP e dal ASt –  la brossura dell’IKL su storia, politica e carattere della socialdemocrazia, che certamente è uno dei più importanti documenti che la IKL abbia scritto.

Il problema centrale della IKL e cioè l’esistenza  come gruppo nazionalmente isolato e limitato alla piccola Austria ma con la pretesa di costruire una tendenza rivoluzionaria internazionale  veramente non potè  venir superato.  Quando Haller e due altri compagni abbandonarono nel 1986/87 il progetto IKL e passarono all’ASt, ciò suscitò negli aderenti rimasti  ulteriore demoralizzazione e condusse a un’ultima pesante crisi.  La IKL venne trasformata perfino nel gruppo Der nächste Schritt, che pubblicò volantini e brossure per il lavoro di fabbrica e sindacale e che teneva saltuarie discussioni su diverse questioni politiche.  Soltanto quando nel 1988 si venne in contatto con la Fraktion  für proletarische Politik proveniente dalla SOAL , i rimanenti aderenti all’IKL puntarono di nuovo sulla costruzione del partito in senso stretto:  la frazione proveniente dalla SOAL e il Rest-IKL formarono infine nella primavera del 1989 la Revolutionär Kommunistische Liga (RKL).

4. Revolutionär Kommunistische Liga

La RKL appena fondata stava politicamente in sostanza sulla  base del programma della IKL.  Vennero aggiunte dai compagni della SOAL-Fraktion soprattutto idee più fondate sulla politica giovanile rivoluzionaria, che essa aveva sviluppato nel corso di discussioni nel gruppo giovanile rebel.   Dagli ex aderenti alla SOAL, fortemente segnati dall’opposizione contro l’orientamento ecologista della SOAL,  venne inoltre massicciamente rafforzata la tendenza workerista presente nel Rest-IKL  Dall’inizio si sottolineò – per delimitarsi particolarmente nei confronti del Gruppe Arbeiterstandpunkt – che era necessario costruire il partito rivoluzionario direttamente “nella classe operaia”.

La RKL, che fece la sua prima apparizione ufficiale il 1° maggio 1989,  cominciò subito – sotto la pressione dei giovani della SOAL-Fraktion (e lo scetticismo di alcuni dei vecchi della IKL) – con ampie attività: da un lato nell’ambito di fabbrica e del sindacato (B&G),  dove si gestiva assieme ad alcuni simpatizzanti dei tempi della IKL una cellula- B&G  e si interveniva nel settore metallurgico, nella sanità (nel 1989 si arrivò a dimostrazioni del personale infermieristico nella sanità, nelle quali la RKL che aveva in questo settore due, tre simpatizzanti, intervenne massicciamente) e nel pubblico impiego.

Il secondo campo di attività principale fu il lavoro giovanile. Il gruppo giovanile rebel era stato dominato  dai compagni della SOAL-Fraktion e ora si era unito alla RKL.  A dir il vero nella primavera del 1989 esso consisteva  solo di un nucleo, che però formò la base per una costruzione che ebbe successo entro l’estate del 1990.   I baricentri del lavoro giovanile furono l’antimilitarismo (e proprio per il fatto che gli aderenti di rebel  non prestavano servizio civile ma entravano nell’esercito, si tentò di mostrare anche nella pratica cosa si intendeva per lavoro antimilitarista e di raccogliere esperienze al riguardo),  antimilitarismo che si valutava allora erroneamente come punto di partenza per una radicalizzazione, e l’antifascismo, dove rebel – soprattutto dal punto di vista propagandistico – compariva in maniera molto militante.  Inoltre ci fu un tentativo di rafforzarsi tramite un intervento nei confronti della Kommunistische Jugend Österreichs (KJÖ), cosa che riuscì in una certa misura anche se non in quella programmata.

Le pubblicazioni rispecchiavano il campo di attività della RKL.  Accanto alla rivista teorica ergebnisse & perspektiven che continuava dai tempi della IKL e al nuovo organo centrale klassenkampf vennero pubblicati il giornale giovanile rebel e  le più diverse pubblicazioni  – parzialmente settoriali – nell’ambito B&G (lavoro di fabbrica e sindacale).

A prescindere dal fatto che l’ancor giovane organizzazione non era ancora politicamente salda, queste ampie attività giocarono anche un importante ruolo nel fatto che il gruppo fu tendenzialmente sovraccaricato nel rielaborare le novità internazionali. Nelle valutazioni ad esempio degli sconvolgimenti nella DDR e in Romania si trattava spesso di contributi individuali (per lo più di Karl Pawelka) e meno di risultati di una discussione politica di tutto il gruppo.

Che la RKL  non comprendesse realmente dal punto di vista teorico gli sviluppi in Europa dell’Est, si espresse anche nei suoi tentativi di unirsi internazionalmente con altri gruppi. Se fino alla fine del 1989 ci si era orientati  verso lo ‘stalinofobo’ Workers Revolutionary Party (WRP) che veniva dalla tradizione di Healy, dal febbraio del 1990 si tentò di avvicinarsi di più al gruppo italiano ‘stalinofilo’ Voce Operaia (VO).

La debolezza politica e il disorientamento internazionale agirono negativamente all’interno della RKL dall’autunno del 1990. Se già prima si erano persi (anche a causa della pressione sociale e ideologica cui l’intera sinistra era sottoposta dal 1989/90 e a causa di conflitti personali nella RKL) alcuni compagni, che si erano ritirati a vita privata, si formò ora una minoranza che simpatizzava in maniera crescente con le posizioni della LRKI nei confronti dello stalinismo e della questione della costruzione del partito e che inoltre trovava più chiaro e migliore l’atteggiamento della LRKI  circa la guerra del Golfo che stava per iniziare.  A causa di una violenta lotta di frazione la RKI venne paralizzata – in ispecie nelle sua attività esterne – cosa che rese difficile un intervento efficace nel movimento- anti-guerra del Golfo. Infine all’inizio dell’estate 1991 si unirono due aderenti della RKL e una simpatizzante al Gruppe ArbeiterInnenstandpunkt.

A questo indebolimento e stagnazione sul piano nazionale si tentò di far fronte  ora forzando l’unione con la VO.  Ancora nel 1991 venne fondato da  VO, RKL e  alcuni ancora  più piccoli gruppi l’ Internazionale Verbimdungskomitee der Kommunisten (IVKK).  Nel far questo però si svilupparono all’interno della RKL sempre di più due gruppi :  in primo luogo il gruppo intorno a Pawelka che s’impegnò per una collaborazione internazionale meno stretta e che difendeva le posizioni dell’IKL nei confronti dello stalinismo contro l’influsso ‘stalinofilo’ della VO;  in secondo luogo il gruppo intorno ad Alfred Klein  che si spese per un’unione internazionale democratico-centralista e che successivamente si avvicinò alle posizioni della VO nei confronti dello stalinismo e degli sconvolgimenti in Europa dell’Est.

Sebbene la RKL anche in questa fase tentasse di diventare propositiva dal punto di vista politico –  particolarmente tramite la partecipazioni a mobilitazioni antirazziste assieme ad organizzazioni turche e curde e al Gruppe ArbeiterInnenstandpunkt – ,  non riuscì   a superare la stagnazione.  Al contrario: rebel e la cellula–B&G  non poterono quasi più essere tenute in piedi come strutture proprie.

Con il prolungamento della guerra in Jugoslavia  sorsero anche al riguardo sempre maggiori divergenze interne: la VO e il gruppo intorno a Klein  presero sempre di più partito per la parte serba, la cui guerra venne stilizzata  in lotta difensiva della classe operaia dell’ultimo Stato operaio contro l’imperialismo e i suoi manutengoli. Tutto ciò venne rifiutato da Pawelka che però andò sempre di più in minoranza su tutte le questioni (Stalinismo, Jugoslavia, centralismo democratico internazionale), poiché il gruppo intorno a Klein aveva dietro a sé non solo i membri della RKL prevalentemente giovani, ma anche la VO.  Nell’estate del 1994 si giunse poi alla scissione.  Pawelka, Rasch e un altro compagno lasciarono la RKL ovvero vennero espulsi (per mancanza di disciplina).

Questa scissione significò per la RKL un serio indebolimento perché perse con ciò i suoi quadri più esperti.  Poiché però da allora i conflitti di frazione erano stati superati, la RKL potè di nuovo dedicarsi di più alla costruzione del gruppo. Tramite un impegno nella lotta contro il taglio del welfare e attraverso un’intensificazione  del lavoro giovanile  poterono negli ultimi anni essere raggiunti dei successi; rebel potette essere ricostruito e un altro gruppo giovanile  potette essere formato in simpatia alla RKL – Roter Stern II.   RKL reclutò alcuni nuovi giovani aderenti, dispone attualmente di un certo seguito nell’ambito degli studenti medi dove tenta di sfidare politicamente il Vorwärts – il raggruppamento di sinistra chiaramente più forte nel settore – e di spingerlo a una politica più radicale.  Inoltre la RKL tenta di intervenire nel KPÖ per guadagnarvi influenza.  Attualmente essa contrasta con i successi nel settore giovanile lo svantaggio di un nucleo di quadri piuttosto piccolo.

Nell’ultimo periodo si sono rafforzate nella RKL sul piano politico  le tendenze degli ultimi anni.  A prescindere dalle sue posizioni sulla guerra in Jugoslavia, che vengono valutate dalla maggioranza degli altri trotzkisti come sconcertante perdita del senso della realtà, ciò riguarda soprattutto una specie di ‘nuova valutazione’ dello stalinismo e del trotzkismo da parte della RKL (vedi Alfred Klein: Trotzkismus oder Stalinismus?, in: Klassenkampf  Nr. 40, März/April 1996).

Il trotzkismo avrebbe superato a destra lo stalinismo negli ultimi anni nella restaurazione del capitalismo e sarebbe perciò storicamente fallito. Di conseguenza vengono trattati in maniera relativamente morbida ad esempio gli stalinisti della Neue Volksstimme (NvS), maoisti o generali serbo-nazionalisti, mentre gruppi trotzkisti vengono attaccati in uno stile che può essere considerato quasi velenoso.  Di fronte al fatto che nella riflessione della RKL la restante politica degli stalinisti (fronte popolare come metodo corrente) non viene presa in considerazione, di fronte al fatto che  la grande maggioranza degli stalinisti sostiene oggi la reintroduzione del capitalismo e che molti di loro sono stati coinvolti in ciò in posizioni di rilievo e che i pochi stalinisti che sono ancora anticapitalisti (ad es. in Russia)  lo fanno spesso con parole d’ordine nazionaliste o di legge & ordine e si riconoscono ancora nella dominazione burocratica e nel Socialismo in un solo paese, di fronte al fatto che quasi tutte le organizzazioni trotzkiste  sono contro la restaurazione capitalistica ed esistono su ciò solo divergenze tattiche come si raggiunga meglio (ad es. in riferimento alla questione nazionale o democratica) l’obiettivo,  si può almeno arrivare all’opinione che  nella RKL  le relazioni al riguardo si sono abbondantemente confuse.

5. Gruppe Arbeiterstandpunkt/ Gruppe ArbeiterInnenstandpunkt

Il Gruppe Arbeiterstandpunkt, l’ASt, venne fondato nel novembre 1985 dalla piccola minoranza uscita dalla IKL.  Il nuovo gruppo si unì immediatamente al Bewegung für eine revolutionär-kommunistische Internationale (BRKI) guidato dal Workers Power.  In consonanza con le altre organizzazioni del BRKI l’ASt sottolineò dall’inizio l’importanza centrale del programma rivoluzionario  intorno al quale  – anche e proprio per delimitarsi nei confronti  di altre organizzazioni trotzkiste –  doveva venir costruita una corrente rivoluzionaria internazionale.

Nel primo anno dell’ASt il gruppo fu occupato soprattutto nel proprio consolidamento e nella produzione e vendita di materiale di propaganda. Molti dei testi pubblicati erano in questa fase delle traduzioni dall’inglese.  Alla relativa canzonatura del Rest-IKL si cercò di far fronte  dicendo che delle buone traduzioni erano meglio di cattive produzioni in proprio.

Ma in questa fase iniziale esistevano già differenze di concezione sul tipo di attività.  Mentre Scharinger voleva concentrarsi ampiamente sulla pubblicazione di lavori teoretico-programmatici,  Schneider difendeva anche la possibilità di intervenire con volantini più  alla portata delle masse. Di fronte alla debolezza iniziale del gruppo ci si accordò tacitamente su una specie di ‘armistizio’ che dava la possibilità ad entrambe le parti di realizzare le rispettive idee.  Mentre Schneider si occupava della pubblicazione  di alcuni volantini (per es.  a proposito della campagna presidenziale di Waldheim oppure intorno alla politica di fabbrica  e sindacale),  Scharinger si concentrava completamente su pubblicazioni teoriche.   Accanto ad alcune riviste teoriche su questioni attuali della politica austriaca e alla Kleine Schriftenreihe  zur österreichischen Arbeitergeschichte (Piccola serie di scritti sulla storia del movimento operaio austriaco: in questa collana uscirono tra l’altro scritti di Josef Frey 1911/1919, un numero sulla questione sindacale nella prima KPÖ, diversi scritti di propaganda del primo KPÖ, una critica di Kurt Landau sulla politica di ultrasinistra del KPÖ nel 1927, documenti trotzkisti sul febbraio 1934 e un’esauriente risposta di Ernst Schmied (= Josef Frey) all’ “integraler Sozialismus” di Otto Bauer) apparvero in questo periodo anche – in collaborazione con altre sezioni della BRKI – documenti di principio teorici a proposito del riformismo e del Sud Africa (più tardi anche sulla Palestina e sulla questione femminile).

Dalla fine del 1986 all’estate 1987 all’ASt riuscì la prima infornata di un rafforzamento organizzativo-personale. Oltre al passaggio di Haller e di altri due compagni dall’IKL poterono essere conquistati alcuni singoli dall’ambiente circostante  per l’ingresso nell’ASt.  Il successivo essenziale rafforzamento avvenne in seguito dello sciopero studentesco del 1987: attraverso l’intervento in questo movimento si potette non solo reclutare nell’ambiente dei gruppi di base studenteschi. Ma guadagnare anche influenza su una parte dei più giovani aderenti della SOAL, che erano scontenti dell’orientamento verso i verdi  e dell’intervento della SOAL nello sciopero . Dopo una lotta di tendenza nella SOAL i simpatizzanti dell’ASt nella SOAL  si unirono all’ASt nell’inverno 1988/89.

Nell’estate del 1989 l’ASt raggiunse infine  la diffusione oltre Vienna, a dir il vero verso Salisburgo dove esistevano contatti ancora dal tempo della IKL. Dopo una discussione che durò parecchi mesi l’ASt si fuse nel luglio 1989 con la SOAL di Salisburgo, che era nata nel 1983  da ex aderenti del VSStÖ e del GRM  che possedevano una autoconsapevolezza  non consolidata ma apparentata al trotzkismo e che con la SOAL/GRM  (al di fuori  del nome) nulla avevano a che fare.  La fusione avvenne sulla base politico-programatica dell’ASt  , il cui nome venne cambiato nel corso dell’unificazione con i salisburghesi in ArbeiterInnenstandpunkt.  La fusione significò per l’ASt non solo un significativo ulteriore aumento di aderenti, ma anche essere posti per la prima volta  alla prova  nella gestione di un’organizzazione nazionale che andava oltre Vienna.

Parimenti nell’estate del 1989  l’ASt partecipò alla trasformazione della lasca BRKI  nella Liga für eine revolutionär-kommunistische Internationale (LRKI)  strutturata in maniera centralistico-democratica.  Il  Trotzkistisches Manifest discusso a lungo in tutte le sezioni rappresentò la base politica a questo fine e venne considerato dalla LRKI come rielaborazione e attualizzazione  del programma rivoluzionario di transizione di Trotzky.

Attraverso la formazione della LRKI ritenuta un grande progresso  e la fusione con i salisburghesi ci si sentì dall’autunno del 1989 abbastanza forti  da cominciare con la pubblicazione del mensile ArbeiterInnenstandpunkt. Contemporaneamente si cominciò a pubblicare assieme alla sezione tedesca  Gruppe Arbeitermacht (GAM) la rivista teorica Revolutionärer Marxismus.  A fianco a queste continuarono ad uscire  la Kleine Schriftenreihe e i  Materialien des ASt. Per il lavoro redazionale in questa fase si assunsero la responsabilità soprattutto Scharinger, Martin Suchanek conquistato attraverso lo sciopero studentesco e Michael Gatter proveniente dalla SOAL.

Di fronte al rafforzamento dell’ASt in generale e al reclutamento di un giovane operaio industriale in particolare,  Schneider si spese ora sempre di più per un più significativo orientamento in direzione del lavoro di fabbrica. In quella fase però non riuscì ad imporsi. Soltanto a Salisburgo si volle fare sistematicamente un lavoro nell’ambiente dei lavoratori immigrati – cosa che veniva ritenuta parte di un rafforzato accesso alla classe operaia.   Per il resto ci si volle occupare della crescita dei gruppi locali e di una propaganda più intensa.

Inoltre l’ASt si era già occupato dal 1988 – in attesa di sconvolgimenti politici nell’Europa dell’Est e del Sudest – di un’analisi e di una discussione di fondo dello stalinismo e della situazione nei diversi paesi (Nota:Di fronte all’evoluzione degli ultimi anni è in particolare il contributo di Scharinger Zur nationalen Frage in Jugoslawien – Sulla questione nazionale in Jugoslavia   – del 28.10.1988  degno di nota. In esso si dice concludendo in relazione alle ulteriori possibilità di sviluppo: “Accanto  a queste quattro possibilità c’è naturalmente quella che è storicamente probabile – se la rivoluzione politica antiburocratica non mescola nuovamente le carte –   alla lunga l’unica prospettiva realistica è: la dissoluzione della Jugoslavia come struttura statale indipendente. Con o senza guerra civile, con o senza eccessi nazionalistici: proprio l’ultima variante con la crescente durata di una cattiva amministrazione burocratica finita in un vicolo cieco  diventa una variante realistica.” In: Studientexte des ASt, Nr. 1, Frühjahr 1989).  Con ciò l’ASt era politicamente preparata agli sconvolgimenti del 1989/90 e non fu colpita – come la maggior parte delle altre correnti – dalla conseguente crisi della sinistra, ma si potette al contrario presentare come organizzazione che aveva un’alternativa politica.  In seguito l’ASt potette nel 1990/91 conquistare alcuni compagni non solo in Vienna – tra gli altri alcuni aderenti del KPÖ – che cercavano risposte al collasso dello stalinismo,  ma – attraverso il temporaneo trasferimento di membri dell’ASt a Berlino Est – anche contribuire decisamente tra il 1989 e il 1991 a costruire un gruppo LRKI nella ex DDR.

Anche su alcuni aderenti della RKL le posizioni dell’ASt sugli sconvolgimenti in Europa dell’Est ( e la molto chiara posizione antimperialista della LRKI sulla guerra del Golfo 1990/91) fecero breccia. Dopo una vana lotta di frazione che durò dei mesi nella primavera del 1991 due compagni abbandonarono la RKL in direzione ASt.  L’intervento sulla guerra del Golfo del 1991, in cui l’ASt  prese posizione per la vittoria dell’Irak contro l’imperialismo,  giocò anche un ruolo importante per alcune ulteriori conquiste personali.  Anche in Alta Austria vennero conquistati alcuni compagni all’ASt, ma non fu sufficiente per la costituzione di un gruppo locale.

Dall’autunno 1991 l’ASt puntò anche a Vienna di più sul lavoro nell’ambiente degli immigrati che però a causa della frammentazione dello stesso nella metropoli non condusse a un radicamento come a Salisburgo e che si limitò ampiamente alle unità d’azione con diversi gruppi di sinistra turchi, curdi e austriaci.  Inoltre nell’ASt ci furono continuamente diversità di opinione se l’intervento dovesse puntare di più sulla propaganda politica o sul radicamento sociale. Nel complesso il “lavoro sugli immigrati” portò a dir il vero ricche esperienze, ma nessuna crescita di aderenti o di simpatizzanti (l’unico lavoratore immigrato del gruppo, Miodrag Jovanovic, era già stato conquistato prima con l’intervento nel movimento contro la guerra del Golfo).

Negli anni seguenti si arrivò a crescenti conflitti circa l’orientamento dell’organizzazione.  Una parte dell’ASt sostenne l’intensificazione del “lavoro sugli immigrati” e/o una fase preparatoria al lavoro di fabbrica.  L’altra parte voleva collegare un orientamento sui giovani (soprattutto studenti) con formazione e propaganda non settaria. In seguito si arrivò per lo più a dei compromessi – e spesso a una reciproca paralisi delle due diverse frazioni.  In ogni caso nella primavera del 1992 si costituì da parte dell’ASt il gruppo giovanile Internationalistische Aktion (intakt).

Intakt fu per quel che riguarda il suo funzionamento nel primo scorcio di anno in sostanza  una versione giovanile dell’ASt, che era formato prevalentemente da giovani compagni dell’ASt e che tentava di fare concorrenza al Vorwärts in riferimento all’attivismo.

In base a questi dati di fatto e dopo un orientamento senza successo sui gruppi dominati dal Vorwärts della viennese Sozialistischen Jugend (SJ) il lavoro giovanile dell’ASt venne riorientato alla fine del 1992: la presenza dell’ASt in intakt venne ridotta e sotto la direzione di Eric Wegner si puntò a uno stile più sciolto e indipendente e a un reclutamento di studenti dell’università di Vienna tramite l’offerta di corsi di marxismo. Tramite questa linea gli aderenti di intakt triplicarono nel corso di un anno scarso. Riuscì di formare un gruppo di intakt anche a Salisburgo. Attraverso i successi nel lavoro giovanile l’ASt raggiunse il suo apice avanzando chiaramente in posizione di seconda forza – dopo il Vorwärts – nello spettro trotzkista.

Dall’autunno 1993 continuarono ad acuirsi le divergenze intorno al lavoro giovanile nell’ASt.  Mentre Wegner, la maggior parte dei giovani attivisti e alcuni altri sostenevano la continuazione della linea attuale, una corrente intorno a Suchanek, che successivamente si impose,  pretese un nuovo passaggio a maggior attivismo, un orientamento sugli studenti medi in generale  e in particolare un massiccio intervento nei gruppi del comitato antifascista del Vorwärts. Le diversità di opinione riguardo al lavoro giovanile si collegarono sempre di più alle divergenze montanti da anni sulla coscienza di sé e sull’orientamento dell’ASt in generale. Una corrente attorno a Scharinger che già all’inizio del 1993 era coinvolto nella formazione di una tendenza, e a Wegner pretese una concentrazione su  formazione, teoria e addestramento di quadri  e criticava la concezione dell’ASt del centralismo democratico come rigida e il modo di presentarsi in pubblico dell’ASt  come spesso settario.  Una corrente intorno a Suchanek e a Schneider  sostenne interventi esterni rafforzati, un’organizzazione interna rigida e la “lotta contro il centrismo”. Tramite l’orientamento internazionale della LRKI verso maggior attivismo la seconda corrente guadagnò rapidamente la prevalenza. Anche quello che era stato finora il gruppo centrale attorno ad Haller e Gatter si schierò alla fine dalla parte di Suchanek e Schneider.

Di fronte a questa evoluzione Scharinger, che non voleva farsi coinvolgere più a lungo in attività da lui ritenute insensate, abbandonò nell’aprile del 1994 l’ASt.  Il gruppo attorno a Wegner condusse ancora fino al 3° congresso della LRKI all’inizio di agosto una breve lotta di tendenza.  Di fronte  alla conferma decisa in quella sede e al rafforzamento dell’orientamento della LRKI si ritenne senza via d’uscita e per entrambe le parti come non produttivo il continuare una lotta di frazione.  A metà agosto del 1994 il gruppo intorno a Wegner abbandonò l’ASt, seppe convincere la maggioranza di intakt della propria linea e fondò a settembre assieme a Scharinger l’Arbeitsgruppe Marxismus (AGM). Il resto dell’ASt definì coloro che erano usciti come piccolo borghesi e menscevichi.

Questa scissione nella più ristretta cerchia dirigente costò all’ASt , che fino ad allora aveva avuto un trend di crescita lineare, 1/3 degli organizzati nell’ASt e in intakt e significò un notevole indebolimento. Poiché nei mesi seguenti alcuni membri dell’ASt si trasferirono in Germania per sostenere la formazione di una forte sezione tedesca della LRKI, l’anno 1994 significò un notevole passo indietro nella costruzione dell’ASt.

 Nei due anni seguenti l’ASt non si preoccupò soltanto del consolidamento del gruppo indebolito, ma anche della messa in pratica delle linee decise dalla maggioranza.  Dopo che intakt in seguito alla scissione si frantumò si fondò di nuovo un gruppo giovanile  con il nome piuttosto eccentrico di Contra-for Revolution. Con la concezione attivistica ora affermata riuscì  a dir il vero di formare a Vienna e a Salisburgo piccoli gruppi giovanili, ma finora sono mancati dei chiari successi.  Nell’intervento massiccio all’interno del movimento studentesco si apparve come ASt e non come contra. Generalmente ora l’ASt si orientò in maniera più forte verso un lavoro di fabbrica preparatorio e poi effettivo nel pubblico impiego, dove esso potette ottenere anche dei primi successi.  Le mobilitazioni contro le misure di taglio della spesa pubblica da parte del governo nel 1995 e 1996 rappresentarono per l’ASt  un baricentro delle sue attività. L’ASt, che dispone ancora di un non piccolo nucleo di quadri,  non potette –  a prescindere dalla parziale eccezione dell’intakt – fino ad ora superare la tradizionale debolezza e cioè la insufficienza del background .

6. Arbeitsgruppe Marxismus

L’Arbeitsgruppe Marxismus (AGM) venne fondato nel settembre 1994 da Scharinger, dal gruppo intorno a Wegner e dalla maggioranza dei membri di intakt.  Nella sua autoconsapevolezza non si intende come progetto di costruzione del partito in senso stretto, ma come gruppo che si occupa di questioni teoriche, di formazione di quadri e di propaganda di problemi di fondo (NOTA: vedi: Gründungserklärung der AGM, in Marxismus Nr. 2, Dezember 1994; in questa dichiarazione di fondazione si trova anche una motivazione della scissione dall’ASt).

Con ciò l’AGM ritiene certamente la costruzione del partito necessaria. Ma pensa che nessuna delle correnti trotzkiste esistenti possa seriamente accampare la pretesa esclusiva al riguardo e parte dal fatto che in presenza di un inasprimento delle lotte di classe si arriverà a un massiccio processo di ristrutturazione dei gruppi, durante il quale verranno abbattuti tra l’altro conflitti settari tra le diverse organizzazioni trotzkiste. Ciò non avverrà spontaneamente ma attraverso una discussione politica, cui si sarà spinti dalle cose. In questo atteso processo di ristrutturazione trai gruppi l’AGM si propone di intervenire in corrispondenza alle sue possibilità.  Inoltre gli interessa anche oggi di contribuire a che il clima tra i gruppi rivoluzionari sia il meno avvelenato possibile.

Che l’AGM non appartenga a nessuna corrente trotzkista internazionale è certamente un problema perché così un accesso internazionale ad alcuni sviluppi diventa più difficile. Al complesso delle questioni emergenti devono trovar risposta i pochi quadri dell’AGM stesso – e di conseguenza di fronte alle poche forze non tutte le questioni di sostanza politica possono essere affrontate.  L’AGM è rimandato ampiamente a se stesso e non può appoggiarsi a nessuna direzione internazionale. Il suo funzionamento dipende da pochi quadri – dalla loro situazione professionale, motivazione e iniziativa . Alla lunga una simile esistenza isolata non sarà probabilmente facile.

Dalla fine del 1994 l’AGM cominciò con la pubblicazione del giornale teorico Marxismus che appare in forma di libro e che ogni volta ha un tema come baricentro. Con ciò esso tenta da un lato di documentare le proprie discussioni, dall’altro di propagandare nella sinistra in maniera compatta e comprensibile posizioni marxiste in relazione a questioni fondamentali  e facendo ciò tenta di offrire anche ad altri rivoluzionari che sono coinvolti di più nell’attività di ogni giorno una strumentazione teorica.

Nel far ciò l’AGM è dell’avviso che esso si trovi oggi prevalentemente in una fase di acquisizione e di interpretazione della teoria marxista esistente e che ancora molto lavoro gli stia di fronte fino alla possibile evoluzione di nuove importanti conoscenze teoriche in senso stretto. La rielaborazione, la sintesi, utilizzo e diffusione di essenziali conquiste teoriche marxiste è nell’attuale situazione già un grande progetto.

L’AGM ha dalla sua fondazione perduto un membro esperto che ha abbandonato la politica. Contemporaneamente ha conquistato alcuni nuovi giovani aderenti e Felix Drexler. A prescindere dai suoi circoli di discussione teorica (NOTA: gli attuali circoli di discussione si occupano da un lato della teoria economica marxista – dei tre volumi del Capitale di Marx, dei  Grundrisse incluso il testo di Roman Rosdolsky Zur Entstehung des Marxschen “Kapitals”, dei “classici” della teoria  marxista dell’imperialismo Hilferding, Luxemburg, Bucharin, Lenin e Co. –  dall’altro di diverse questioni storico-teoriche – della Storia della rivoluzione russa di Trotzky, della degenerazione burocratica dell’Unione Sovietica e della sua elaborazione teorica, del significato storico e teorico della Comune di Parigi, delle rivoluzioni cinesi del 1927 e 1949 e di quella spagnola del 1936/37) e della pubblicazione del suo giornale l’AGM si occupa soprattutto della formazione dei suoi aderenti in prevalenza giovani. A questo scopo negli ultimi due anni scarsi l’AGM ha tenuto ripetutamente dei seminari su diverse questioni basilari del marxismo. Alcune delle manifestazioni o seminari hanno avuto luogo assieme ad altri gruppi. Generalmente l’AGM dal punto di vista interno – in riferimento al centralismo democratico e alla disciplina –  è organizzato in maniera meno rigida della maggior parte dei gruppi trotzkisti.

L’AGM ha sostenuto nella sua esistenza solo due volte interventi pratici: la prima volta in occasione delle elezioni parlamentari anticipate nel 1995, quando si presentò con un volantino A3  in alcune manifestazioni elettorali della SPÖ e all’università di Vienna. Il secondo e finora più massiccio intervento esterno ha avuto luogo in occasione degli scioperi studenteschi del 1996, quando l’AGM vendette migliaia di esemplari dei suoi volantini al riguardo – ed esso con ciò venne conosciuto per la prima volta in un ambiente più vasto.  In questo intervento non si preoccupò solo della sua influenza sull’andamento del movimento ma anche della cooperazione tra i gruppi trotzkisti.

Quanto l’AGM proceda con i compiti che esso stesso si è posto,  quanto esso possa crearsi e mantenere un posto nello spettro rivoluzionario col suo progetto di pubblicazioni teoriche e di circoli di formazione, se esso possa continuare ad esistere come gruppo nazionalmente isolato, è difficile da dire in base alla sua certamente ancora breve storia.

(traduzione da pag. 207 a pag. 221 del

Nr. 9 di Marxismus, 2° edizione riveduta, maggio 1997)

 

traduzione: rdb (lotta comunista)